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Un gruppo è più della somma dei componenti

Introduzione

Si potrebbe pensare che una sinfonia sia la somma delle note che la compongono: se provassimo a riprodurre le note seguendo la mera sequenza dello spartito, scopriremmo che il nostro risultato è ben lontano dalla sinfonia che avevamo in mente. Come mai? Per far nascere la sinfonia, dovremmo fare un passaggio in più e tenere conto anche di un altro fattore: la relazione che intercorre fra le note. E’ proprio la velocità, le pause, i tempi, il ritmo che unisce le note in qualcosa di unico che prende il nome di sinfonia. 

Allo stesso identico modo, come direbbe Kurt Lewin esponente storico della Psicologia Sociale, un gruppo è ben più della semplice somma dei propri componenti.

Un gruppo è dato dalla relazione che intercorre fra i vari componenti

Un gruppo è dato dalla relazione che intercorre fra i vari componenti, dalla qualità, dallo spessore, dalla salute di questa relazione e dall’effetto che la relazione genera sui componenti stessi.

Quando una nuova persona viene inserita all’interno di un gruppo, il gruppo non è più quello di prima, esattamente come non lo è più neanche la persona. Fin da subito si viene a formare una rete di relazioni fra la nuova persona ed il gruppo originale, che è costretto a modificarsi per fare spazio ad una nuova unità. Entrambi le parti in gioco sono costrette a rimettersi in gioco, rompendo il precedente equilibrio per poterne trovare uno nuovo. L’essere umano è biologicamente portato alla conservazione delle energia, sia fisica che psicologica, ed è una creatura abitudinaria: diventa quindi un investimento da ambo le parti, in cui il gruppo intero si rimette in discussione rompendo la propria continuità così come fa la nuova persona, la quale inoltre si troverà a dover affrontare la sfida di riuscire a gestire molteplici nuove relazioni in contemporanea.

Che cosa facilita il processo

Che cosa facilita il processo? Quali fattori intervengono? Sicuramente instaurare fin da subito un buon canale di comunicazione, limpido, chiaro e bidirezionale è il primo passo: solo se tutte le componenti hanno la possibilità di potersi parlare apertamente, di poter esporre e di poter far domande senza sentirsi giudicate si può pensare di creare un ambiente fertile. La comunicazione è sempre la base, se manca tutto il processo si blocca.

Da una parte si ha la persona con i suoi tratti di personalità, la sua storia, i suoi obiettivi ed il suo know how. Dall’altra parte l’Azienda, con i suoi valori, la sua vision e la sua mission e la sua reputazione. Ciascuno è portatore di una propria cultura e bisogna individuare un ponte comune per poter comunicare. Più le due culture sono simili, più il processo di socializzazione avviene in modo liscio.

Il primo ambiente che va nutrito deve permettere a queste due realtà di incontrarsi, raccontarsi e trovarsi. Infatti quando le persone vanno d’accordo l’una con le altre, quando si sentono libere di esprimere le proprie opinioni senza venir sminuite, quando si sentono rispettate, quando possono chiedere aiuto, allora si genera un ambiente produttivo, in cui l’atmosfera è di collaborazione: le persone si sentono comprese, accettate, rispettate, motivate e sopratutto parte di qualcosa di più grande. L’Azienda può trasmettere la propria Identità e la persona farla propria: questo nutre il senso di appartenenza, il collante di un gruppo.

In conclusione

E’ molto importante tenere a mente che quando si decide di ampliare il proprio organico, il processo di recruiting per essere veramente efficace deve tenere conto non solo delle skills professionali, ma anche degli aspetti culturali e sociali. Per dirla più direttamente, il recruiting è un vero e proprio processo di mediazione che ha la necessità di considerare anche gli aspetti più culturali ed individuali sia del candidato che dell’azienda per cui opera.

Non mi stancherò mai di ribadire l’importanza di elementi chiave quali la Socializzazione Aziendale e la salute delle relazioni all’interno di un gruppo: sono investimenti che incidono in positivo sulla vita dell’Azienda e sugli sviluppi economici futuri. Ed esattamente come si incarica un consulente finanziario per prendersi cura degli investimenti, allo stesso identico modo è necessario affidarsi ad un Professionista delle Risorse Umane che abbia competenze multidisciplinari per la parte relazionale.

 Jacopo

Bibliografia

  • Risorse umane. Persone, relazioni e valore“, Costa G., Giannecchini M., McGraw-Hill Education; 4° edizione (4 settembre 2019);
  • Gestione e valorizzazione delle risorse umane Professionisti & Imprese“, Maiocca Massimo L., Massimo R., Maggioli Editore; 2° edizione (30 gennaio 2019);
  • Coaching in azienda. Migliora i risultati professionali con le nuove tecniche del coaching“, Landsberg M., Unicomunicazione.it; 2° edizione (1 marzo 2018);
  • Psicologia del lavoro“, Argentero P., Cortese C. G., Cortina Raffaello (13 ottobre 2016);
  • Psicologia Sociale” Myers D. G., Twenge J. M., McGrew-Hill 3° Edizione (2019).

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